sabato 23 novembre 2013

Mediazione Familiare: né vinti, né vincitori

Si definisce mediazione familiare “un processo di gestione dei confini nei quali i membri della famiglia chiedono o accettano l’intervento confidenziale e imparziale di una terza persona”  ovvero, un percorso in cui la coppia viene “accompagnata” da una terza persona neutrale, il MEDIATORE, per ristabilisce la comunicazione tra le parti. I luoghi della mediazione familiare sono: Centri di mediazione familiare (pubblici e privati)-Consultori familiari (pubblici e privati)- Centri per le FamiglieStudi privati.
Il mediatore aiuta a fornire degli strumenti di lettura per cogliere la verità o la realtà della situazione e ad affrontare la sofferenza che nasce da una separazione, un divorzio, o da una reato. Il buon fine di molte esperienze di mediazione prova l'alta professionalità del mediatore stesso, che inoltre è vincolato al segreto professionale e libero da qualsiasi forma di pregiudizio. Il Mediatore NON VUOLE VINTI e VINCITORI  ma cerca  di instaurare un rapporto riservato, sincero, schietto e positivo con le persone coinvolte, favorendo l'analisi dei motivi di contrasto e liberando la conflittualità, senza reprimerla.
Il mediatore è una figura autonoma dal contesto giudiziario, che in molti casi collabora con i tribunali e avvia il tentativo di mediazione tra le parti, solo se le stesse lo decidono  volontariamente. La Mediazione Familiare  viene attuata in una situazione (setting) ben precisa di incontri, per raggiungere obiettivi e finalità stabilite insieme. Di solito la media degli incontri è di 8-12 sedute, distribuite in un arco di tempo variabile dai sei mesi ad un anno. 
La mediazione familiare non costituisce comunque una soluzione per tutti i casi di conflittualità presenti nella coppia; si tratta semplicemente di un nuovo modo di pensare l'esito di una crisi coniugale. Ci sono anche casi di scarsa mediabilità (episodi di sfruttamento sessuale, di violenza, di tossicodipendenza o di alcolismo e mancanza assoluta di comunicazione): in questi casi i soggetti si rivolgono direttamente all’apparato giudiziario. Mentre  con la MF i genitori sono in prima linea  e sono chiamati a determinare gli accordi separativi, risulteranno entrambi vincitori[1]                             
                            
                    



[1] Tratto da Rosa Minerva (Pedagogista Mediatrice Familiare) ne LA PAGINA MAIEUTICA Periodico online a diffusione nazionale di cultura socio-psico-pedagogica dello Studio di Consulenza Familiare e Psicopedagogica – Alcamo

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