Si definisce mediazione
familiare “un processo di gestione dei confini nei quali i membri della famiglia chiedono o
accettano l’intervento confidenziale e imparziale di una terza persona” ovvero, un percorso in cui la coppia viene “accompagnata”
da una terza persona neutrale, il MEDIATORE, per ristabilisce la comunicazione
tra le parti. I luoghi della mediazione familiare sono: Centri di mediazione familiare
(pubblici e privati)-Consultori
familiari (pubblici e privati)- Centri
per le Famiglie–Studi privati.
Il mediatore aiuta a fornire
degli strumenti di lettura per cogliere la verità o la realtà della situazione
e ad affrontare la sofferenza che nasce da una separazione, un divorzio, o da
una reato. Il buon fine di molte esperienze di mediazione prova l'alta professionalità
del mediatore stesso, che inoltre è vincolato al segreto professionale e libero
da qualsiasi forma di pregiudizio. Il Mediatore NON VUOLE VINTI e
VINCITORI ma cerca di instaurare un rapporto riservato, sincero,
schietto e positivo con le persone coinvolte, favorendo l'analisi dei motivi di
contrasto e liberando
la conflittualità, senza reprimerla.
Il mediatore è una figura
autonoma dal contesto giudiziario, che in molti casi collabora con i tribunali
e avvia il tentativo di mediazione tra le parti, solo se le stesse lo decidono volontariamente. La Mediazione Familiare viene attuata in una situazione (setting) ben
precisa di incontri, per raggiungere obiettivi e finalità stabilite insieme. Di
solito la media degli incontri è di 8-12 sedute, distribuite in un arco di
tempo variabile dai sei mesi ad un anno.
La mediazione familiare non costituisce comunque una soluzione per tutti i casi di conflittualità presenti nella coppia; si tratta semplicemente di un nuovo modo di pensare l'esito di una crisi coniugale. Ci sono anche casi di scarsa mediabilità (episodi di sfruttamento sessuale, di violenza, di tossicodipendenza o di alcolismo e mancanza assoluta di comunicazione): in questi casi i soggetti si rivolgono direttamente all’apparato giudiziario. Mentre con la MF i genitori sono in prima linea e sono chiamati a determinare gli accordi separativi, risulteranno entrambi vincitori[1]
La mediazione familiare non costituisce comunque una soluzione per tutti i casi di conflittualità presenti nella coppia; si tratta semplicemente di un nuovo modo di pensare l'esito di una crisi coniugale. Ci sono anche casi di scarsa mediabilità (episodi di sfruttamento sessuale, di violenza, di tossicodipendenza o di alcolismo e mancanza assoluta di comunicazione): in questi casi i soggetti si rivolgono direttamente all’apparato giudiziario. Mentre con la MF i genitori sono in prima linea e sono chiamati a determinare gli accordi separativi, risulteranno entrambi vincitori[1]
[1] Tratto da Rosa Minerva (Pedagogista ‐Mediatrice Familiare) ne LA
PAGINA MAIEUTICA Periodico
online a diffusione nazionale di cultura socio-psico-pedagogica dello Studio di Consulenza
Familiare e Psicopedagogica – Alcamo
Nessun commento:
Posta un commento